i-Ku

4 ottobre 2019

"Il mio ruolo"

Se mi soffermo a pensare
a quante volte ti abbia ascoltata,
mi tornano in mente ore pesanti
che mi affogavano nello sconforto.
Ottenebrato com'ero
da Negroski, sigarette e whisky,
trascorrevo il termine delle notti
immobile e singhiozzante,
chiuso in macchina, col motore spento,
al buio di una città troppo piccola
per contenere tutto quel mio dolore;
troppo sola per notare distratta
quell'ultimo mio flebile rantolo d'umore.
Tornavi sempre, puntuale
come il mio masochismo d'altronde,
ad ammantare le mie delusioni
con la tua profonda e devota malinconia.
Ti devo molto, davvero,
con la tua carezza mi hai trattenuto
da qualsiasi stupido gesto;
mi hai insegnato a perdonare,
privandomi di quel subdolo gusto
che si cela sotto il giudicare.
E, proprio ora che t'ascolto per caso,
m'hai rivelato, così paziente,
che anch'io non sono mai stato,
in fondo, poi tanto scadente.

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